Questa la lettera inviata dal Presidente della Provincia di Ascoli Piceno, Massimo Rossi, ai Vescovi delle tre diocesi della Provinccia.
“Eccellenza reverendissima,
mi permetto di arrecare questo disturbo, che spero minimo, consapevole di quale momento particolare si stia vivendo all’indomani della scomparsa del Papa Giovanni Paolo II, ma è forte il desiderio che avverto della comunità civile tutta della provincia di Ascoli Piceno di manifestare la propria partecipazione a questo momento di dolore per la Chiesa universale e per il mondo intero.
Abbiamo vissuto con trepidazione i giorni della malattia del Papa, avvertendo un senso di angoscia amplificata da un mondo dell’informazione spesso invasivo che, nel bisogno di anticipare qualsiasi notizia, ha inglobato momenti così duri e delicati quando le nostre coscienze preferivano rimanere nel silenzio della meditazione e dei ricordi di un pontificato che ha segnato la storia del mondo intero.
Ora anch’io mi trovo a superare la soglia del silenzio, che pure preferirei, per manifestare a nome della comunità civile tutta della nostra provincia i sentimenti di viva partecipazione e di vicinanza per la scomparsa di un così grande pontefice.
Quanti di noi, appassionati delle sorti dell’uomo e dell’umanità, hanno trovato riferimenti straordinariamente comuni nell’impegno forte del Papa per la pace, per dare voce ai diritti negati, ai bisogni insoddisfatti che minacciano, in ogni parte della terra, la stessa dignità dell’uomo, alle necessità materiali e spirituali di donne ed uomini, di ragazzi e di giovani che si trovano minacciati persino nelle prospettive del loro personale futuro, si trovano ora a condividere un lutto che non appartiene solo alla Chiesa ma all’umanità intera.
Sono vivi i ricordi della presenza del Papa nel nostro territorio, così come le sue frequenti visite nella Regione, in quel santuario di Loreto che lo stesso pontefice ha portato all’attenzione del mondo intero ed in cui ha voluto convocare i giovani d’Europa, anticipando un processo politico ed istituzionale che oggi ci vede tutti cittadini dell’Europa unita ed allargata.
Nel segno della profezia, della coerenza e del coraggio sono stati i suoi insegnamenti che lasciano ora una traccia indelebile in chi cerca la verità ed in chi lavora per le sorti dell’uomo.
Alle Chiese che sono sul territorio della nostra Provincia esprimo i sentimenti di solidarietà, di partecipazione e di vicinanza che, nella tradizione della comunità picena, si manifestano nel silenzio operoso e nella compostezza della nostra gente capace di cogliere nel naturale evolversi della vita i fatti che contraddistinguono, seppure dolorosi, le vicende umane”.