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Il ministro della Pubblica Istruzione, Giuseppe Fioroni, risponde all’assemblea dell’Upi anche seulle voci dei tagli alla scuola

Il ministro della Pubblica Istruzione, Giuseppe Fioroni, risponde all'assemblea dell'Upi anche seulle voci dei tagli alla scuola

News    24/05/2008

Le voci dei tagli di 50 mila posti di lavoro nella scuola, di cui si è parlato in questi giorni,
sono ”speculazioni su 170 mila famiglie” cioè su quelle dei precari che saranno assunti entro il 2009. Lo ha dichiarato il ministro della Pubblica Istruzione, Giuseppe Fioroni, a
Milano all’assemblea generale dell’Upi. ”E’ un tema delicato che riguarda 150 mila docenti precari e 20 mila Ata e – ha detto Fioroni – generare panico dove non esiste nulla è un fatto che si commenta da solo. Non ritengo la speculazione su 170 mila famiglie una cosa seria”. Comunque il ministro è tornato a elencare i numeri a partire dai 14 mila docenti di inglese per le elementari assunti a tempo determinato con la Finanziaria di due anni fa per sostituire i maestri mentre frequentavano i corsi di lingua. ”E chi è stato assunto a tempo determinato – ha aggiunto – non può essere considerato come ampliamento dell’organico permanente”.Ci sono poi i circa diecimila docenti inidonei o sovrannumerari (quelli che non hanno più le cattedre) ”che saranno inseriti nei posti vacanti della pubblica amministrazione” ha spiegato il ministro e che una volta in pensione non saranno sostituiti.
E manterranno il loro posto (ma non saranno sostituiti una volta andati in pensione) i docenti degli istituti professionali che passeranno da 40 ore la settimana a 34 visto che queste scuole ”ogni giorno perdono studenti”. A questo proposito Fioroni ha aggiunto: ”Non credo che esista un sindacato o una forza politica che voglia tenere in piedi classi che non servono allo sviluppo delle competenze dei ragazzi per mantenere in piedi gli organici”.C’e’ poi l’obiettivo di portare il rapporto fra insegnanti e studenti a livello europeo (cioe’ a una media dello 0,4), una ”manovra di razionalizzazione” che si fara’ ”con l’applicazione delle norme esistenti a maglie un po’ larghe”, ma anche grazie all’innalzamento dell’obbligo scolastico a 16 anni e con le ‘classi primavera’ che faranno aumentare il numero degli studenti.

 


 



Redattore: Anna  Piersanti
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