Lo hanno detto tutti, dai segretari dei partiti politici ai rappresentati del Governo, ma soprattutto lo hanno ricordato a piena voce i tanti amministratori delle Province che hanno partecipato e sono intervenuti ai momenti di dibattito dell’Assemblea: guai a prevedere una Città metropolitana che cancelli le Province.
A lanciare l’allarme e a promuovere un modello diverso e più moderno di governance è stato il Vicepresidente dell’Upi, Silvano Moffa, che ha voluto con chiarezza contrastare la proposta presentata dall’Associazione Nazionale dei Comuni Italiani: “E’ inaccettabile – ha detto – che l’Anci abbia presentato una proposta, fatta dai sindaci delle grandi città, che prevede una legislazione ordinaria per la costituzione delle Città metropolitane, concepita come un allargamento del Comune capoluogo, che fagocita e annulla anche le identità e le specificità degli altri Comuni. Noi siamo – ha proseguito Moffa – per un sistema di governance metropolitano, per un sistema di regole condivise dove i comuni non vengono annullati e dove il modello non è il risultato della somma delle competenze della Provincia e del Comune, ma è un’altra cosa, che fa superare il concetto di Province e di Comune. Questo è un modo corretto e moderno di affrontare il tema della governance metropolitana”.
Il tema della istituzione delle città metropolitane è stato al centro degli interventi anche del Presidente della Provincia di Torino, Mercedes Bresso, e del Presidente della Provincia di Bologna, Vittorio Prodi. “A noi pare – hanno detto – non praticabile partire dalle sole città capoluogo, perché vorrebbe dire tornare indietro rispetto ad un governo di area vasta. Sul piano tecnico è incomprensibile. Il meccanismo che propongono i Comuni, che in automatico il Sindaco della città diventi il sindaco della città metropolitana, non sta in piedi. In realtà – hanno proseguito i due Presidenti – la loro proposta, per quanto noi sappiamo non può passare, perché occorrerebbe una modifica sostanziale della legge che non è prevista nella delega della La Loggia. Quello che proponiamo noi invece è molto semplice – hanno aggiunto Bresso e Prodi – a margine dell’Assemblea dell’Upi – siccome la logica della città metropolitana, basta vedere l’elenco delle funzioni, è quello di ente di governo di area vasta, si decida allora di farla coincidere con la Provincia. Questa potrebbe essere una soluzione praticabile, che non richiede un lungo iter decisionale e che non sbrana a priori il territorio. In sostanza è un rafforzamento, nell’ambito delle aree più dense, delle funzioni del Presidente di Provincia che diventando sindaco delle città metropolitana ed avendo quindi qualche competenza in più, sostanzialmente in materia urbanistica, non si chiama più presidente della Provincia ma Sindaco. Se per una qualche ragione – hanno concluso – la delimitazione non soddisfa i sindaci che sono inseriti in quella provincia allora si può fare una proposta di modifica della delimitazione”.
“I Presidenti di Provincia – ha detto il Presidente della Provincia di Milano Ombretta Colli all’Assemblea dell’Upi – sono i nuovi Presidenti delle Aree metropolitane! E’ già disegnato tutto. Questa è una delle poche volte in cui l’architettura istituzionale è già pronta. Nella Costituzione si sancisce la pari dignità fra tutte le istituzioni. Le Province non sono inferiori né per ruolo né per altro rispetto a Regioni o Comuni. Ognuno ha la dignità istituzionale per la quale è stato eletto”.