Ampio confronto su tempi, finanziamenti e cronoprogramma delle attività che la Provincia sta realizzando per garantire a settembre una sede all’Ipsia “Marino” in attesa della ricostruzione dell’edificio, inagibile, oggi titolare di un finanziamento sisma di oltre 10 milioni di euro.
In sala consiglio si sono ritrovati la dirigente Stefania Nardini e il suo staff tecnico insieme ai Rappresentanti d’Istituto, alla Consulta provinciale degli studenti e a Massimiliano Nardocci dirigente dell’Ufficio scolastico provinciale. Da parte dell’ente, infatti, vi è anche la necessità di acquisire i dati sull’andamento delle iscrizioni per avere contezza del numero di aule necessarie e quindi prendere decisioni mirate sugli spazi. Per la Provincia sono intervenuti il Presidente e il dirigente del settore, Francesco Ranieri.
Chiarito dallo stesso Nardocci che per le iscrizioni si “può far riferimento alle iscrizioni dello scorso anno in quanto gli spostamenti sono minimali(i dati ufficiali saranno disponibili solo a giugno ndr)” il dirigente Ranieri e Diego Di Bonaventura hanno rappresentato il quadro delle attività svolte in questi mesi e le scelte in campo.
L’Ipsia, dichiarato inagibile e oggi ospitato da più Istituti, ha bisogno di 11 aule e dei laboratori, indispensabili questi ultimi per svolgere l’attività didattica in una scuola professionale. Dirigenti, rappresentanti d’Istituto e Studenti dell’Ipsia chiedono di valutare prioritariamente la possibilità di utilizzare il vicino Liceo Scientifico che in parte si trasferirà al Comi 2 in viale Bovio.
Qui sono in corso i lavori per il recupero di aule nella vecchia foresteria del custode: lavori che si concluderanno a fine febbraio. Utilizzando i locali attualmente occupati alla Croce Rossa, alla quale è stato dato lo sfratto ed altri spazi si recuperano complessivamente 7 aule. Un tavolo tecnico con il coinvolgimento della dirigenza dell’Einstein dovrà valutare la fattibilità dell’ipotesi privilegiata da Dirigenza e studenti dell’Ipsia, quella cioè di trasferirsi nella vicina struttura di via Luigi Sturzo.
Edificio jolly. La Provincia ha valutato le due proposte arrivate con la manifestazione di interesse: questa mattina Dirigenza e Consulta hanno escluso a priori l’ipotesi di utilizzare una delle due strutture che si sono proposte, quella ubicata a Villa Pavone. L’altra struttura disponibile si trova a Circonvalazione Ragusa (ex sede Asl ed ex sede del Programmatori)ed è quella sulla quale sembrano convergere le ragioni tecniche e quelle didattiche. L’edificio adeguato e ammodernato diventerebbe la struttura jolly da utilizzare nella lunga fase della ricostruzione delle scuole teramane: i tempi, valutano i tecnici, variano da due a cinque anni a seconda degli istituti visto che il pacchetto ricostruzione su Teramo capoluogo pesa 70 milioni di euro e riguarda la quasi totalità delle scuole superiori. Il problema maggiore è rappresentato dalla necessità di spostare gli studenti e gli uffici mentre si svolgono i lavori. Si tratta di un problema comune a tutto il cratere sisma.
“Una riunione molto positiva con la voce di tutti gli interessati, studenti compresi, e dei tecnici della scuola e della Provincia – dichiara Diego Di Bonaventura – nelle prossime ore ascolteremo anche Clara Moschella, dirigente del Liceo Scientifico, per mettere a fuoco tutte le loro esigenze anche sulla base delle nuove iscrizioni. Non dubito, considerata l’accelerazione impressa dal nuovo dirigente del settore, che riusciremo a combinare un puzzle molto articolato. Riconosciamo le priorità della comunita dell’Ipsia, scuola chiusa sei anni fa senza avere un piano b e rimasta in coda per troppo tempo. A settembre avranno una sede, per quanto provvisoria, in attesa della ricostruzione dell’edificio di via San Marino che avviamente ha tempi lunghi”.
Nel corso dell’incontro è stato annunciato l’Accordo Quadro chiuso con tre ditte esterne per le manutenzioni ordinarie delle scuole. L’Accordo, che segue lo schema del piano neve, rappresenta una vera novità per l’Ente che fino ad oggi ha utilizzato personale interno o come unica alternativa ricorrere alle gare (con tempi non sempre congruenti con l’urgenza dei lavori).
Grazie all’Accordo quadro ogni ditta incaricata potrà intervenire su chiamata nella zona assegnata (una lavorerà nel comune capoluogo, le altre due sono divise fra costa, Atri e Vibrata). “Una soluzione che migliora nettamente i tempi di risposta del servizio e che ci proietta su un altro modello organizzativo decisamente più rispondente alle esigenze di un patrimonio così vasto” ha chiarito Ranieri.
Redattore: Ufficio stampa Provincia Teramo