L’applicazione delle nuove norme del patto di stabilità interno fondato sul miglioramento dei saldi, previste dalla finanziaria 2007, sta creando forti difficoltà ai Comuni e alle Province.
Lo sottolineano il Presidente dell’Anci, Leonardo Domenici, e il Presidente dell’Upi, Fabio Melilli, in una lettera indirizzata ai Ministri Amato, Lanzillotta e Padoa Schioppa, nella quale, dopo avere indicato le criticità, chiedono di verificare la possibilità di correggere e migliorare le regole del patto di stabilità interno “in modo da non pregiudicare la realizzazione degli investimenti sul territorio salvaguardando la partecipazione responsabile degli enti locali alle politiche economiche del Paese”. Una verifica per la quale Anci e Upi chiedono la convocazione di una riunione straordinaria della Conferenza Stato-Città – Autonomie locali.
Quanto alle difficoltà incontrate, a destare i maggiori problemi, scrivono i Presidenti, è l’esclusione degli avanzi dalle entrate del saldo, che rende di fatto inutilizzabili queste risorse. Il rischio è che il rispetto del patto di stabilità interno incentrato sui saldi, insieme all’ impossibilità di utilizzare le risorse anche solo per garantire alcune categorie di interventi, come la messa in sicurezza delle scuole, determini la paralisi delle politiche di sviluppo, soprattutto in quegli enti che hanno un grado di indebitamento modesto. Infatti, paradossalmente, gli enti che nel passato hanno contratto mutui, anche in percentuale rilevante, hanno per il 2007 un ulteriore spazio di indebitamento mentre, al contrario, i Comuni e le Province che negli anni passati hanno contratto gli investimenti si trovano ora a dover limitare eventuali programmi di sviluppo attraverso il ricorso al debito.
Inoltre – aggiungono i Presidenti nella lettera – per molti enti è impossibile rispettare la norma che impone sia il raggiungimento dell’obiettivo di miglioramento da parte del singolo ente e sia il rispetto del pareggio di bilancio in sede preventiva.
A questo si aggiunge che gli enti locali devono far fronte alle opere già avviate ed ai relativi stati di avanzamento dei lavori, che rappresentano un impegno finanziario non rinviabile, ma anche una pesante ipoteca per il raggiungimento dell’obiettivo programmatico di cassa. Questo crea gravi difficoltà soprattutto quando si verifica uno sfasamento temporale tra cassa e competenza.
Sul versante delle entrate, poi, è stato posto un ulteriore vincolo rappresentato dal computo dei trasferimenti statali che non consente agli enti locali di poter utilizzare anche i residui attivi.