“Le Province devono sparire ma i servizi pubblici locali devono organizzarsi a livello provinciale, perché solo questo è l’ambito ottimale idoneo per massimizzare l’efficienza dei servizi. Una contraddizione assurda, che emerge dal decreto liberalizzazioni, che ancora di più chiarisce che il progetto che si ha in mente è di affidare a società e consorzi provinciali quanto oggi gestiscono le Province”.
Lo rileva il Presidente dell’Upi, Giuseppe Castiglione, riferendosi all’articolo 25 del Decreto liberalizzazioni, che stabilisce che, quanto alla gestione dei servizi pubblici locali, le Regioni dovranno organizzarne lo svolgimento in ambiti o bacini territoriali ottimali e omogenei individuati in riferimento a dimensioni comunque non inferiori alla dimensione del territorio provinciale.
“E’ chiaro a tutti, anche al Governo Monti, quindi, che ci sono alcune determinanti funzioni di area vasta che non possono essere gestite né dalle Regioni né dai Comuni: l’intento è solo quello di cancellare la rappresentanza democratica e affidare la gestione di questi servizi essenziali a Consigli di Amministrazioni ben più costosi delle Province e lontani da qualunque controllo democratico”.
Oggi proprio sul decreto liberalizzazioni il Coordinatore degli Assessori al Bilancio Upi, Antonio Rosati, Assessore al Bilancio della Provincia di Roma, è intervenuto in Audizione in Senato per presentare le richieste di modifiche dell’Upi.
In allegato, pubblichiamo il documento consegnato ai senatori. Tra le richieste principali: eliminare le norme che prevedono il ritorno alla Tesoreria unica e consentire alle Province di pagare i propri fornitori con tempestività.
“La norma sulla tesoreria unica è umiliante ed inaccettabile – ha detto Rosati – E’ una norma che riporta Regioni, Province e Comuni indietro di 30 anni – ha aggiunto – che limita qualunque autonomia e va nella direzione opposta a quella indicata proprio ieri dal Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, che ha invitato il Paese ad andare avanti sulla strada del federalismo.
E’ evidente che il Governo sceglie invece la strada di accentrare e controllare le spese degli Enti, ci commissaria, e prende le nostre risorse per fare cassa. Per quanto riguarda le Province – ha detto Rosati – si tratta di circa 1 miliardo di euro.
Piuttosto – ha proseguito – il decreto sulle liberalizzazioni, che prevede anche norme per accelerare il pagamento ai creditori della Pubblica amministrazione, deve essere lo strumento per liberare le risorse bloccate dal patto di stabilità nelle Casse.
Il decreto prevede un fondo di 5,7 miliardi per fare fronte ai pagamenti dei fornitori della PA Centrale: noi chiediamo che almeno la metà di questo fondo sia destinato a Regioni ed Enti locali, che realizzano il 65% degli investimenti sui territori. Per quanto riguarda le Province, chiediamo di potere utilizzare almeno 500 milioni dei residui delle amministrazioni per pagare fornitori e imprese per opere già realizzate o in corso di completamento”.