“Continua ad esserci troppa confusione: il Governo chiarisca qual è il percorso che intende portare avanti per riformare le Province. Non siamo contrari ad un Disegno di Legge Costituzionale di riforma complessiva nel quale, accanto al dimezzamento die parlamentari e al riordino delle Province a livello regionale, sia ribadito il ruolo assegnato a queste istituzioni dalla Costituzione. Per questo cogliamo con favore lo stralcio delle norme ordinamentali che, in maniera del tutto improvvisata, prevedevano l’eliminazione di alcune Province nella manovra economica. Chiediamo però che nel Disegno di Legge si preveda, oltra alla conferma del ruolo delle Province come istituzione di area vasta, la ridefinizione dei confini provinciali a livello regionale, il ridisegno delle Regioni con l’accorpamento di quelle piccole quanto una Provincia, la cancellazione delle Regioni a Statuto speciale, la riorganizzazione degli uffici periferici dello Stato intorno alle nuove Province, la soppressione di tutti gli enti strumentali. Certo è che le Province sono stanche di essere usate per riforme ‘bandiera’, che portano allo Stato risparmi pari a 0, e che servono solo a non affrontare in maniera seria il riordino istituzionale e ad eludere il tema della riorganizzazione dello Stato e la riduzione drastica dei costi della politica”. Lo dichiara il Presidente dell’Upi Giuseppe Castiglione, annunciando poi per il prossimo 1° settembre una riunione straordinaria dell’Ufficio di Presidenza dell’Upi e dei Presidenti delle Upi Regionali, per definire insieme iniziative e mobilitazioni a livello nazionale e locale.
Quanto agli intevrenti di carattere economico previsti dalla manovra, il Presidente Castiglione ha sottolineato come nella manovra : “Avevamo chiesto il dimezzamento dei tagli agli Enti locali e lo sblocco delle risorse per fare ripartire gli investimenti. Le modifiche annunciate non chiariscono quale sarà la portata degli interventi per alleggerire il peso dei tagli su Province e Comuni, ma soprattutto non rispondono alle nostre richieste dello sblocco dei residui per riaprire i cantieri. Ci aspettiamo dal Governo e dal Parlamento risposte chiare, altrimenti il nostro giudizio sulla manovra non potrà che restare negativo.
“Noi abbiamo fatto richieste precise – sottolinea Castiglione – chiedendo, oltre al dimezzamento dei tagli a carico delle province, il rilancio degli investimenti, con l’utilizzo dei residui passivi per gli interventi sull’edilizia scolastica, sulla viabilità, nel contrasto al dissesto idrogeologico e per la diffusione della banda larga, necessari per modernizzare e mettere in sicurezza le infrastrutture del Paese. Non ci pare che dall’incontro di ieri siano emerse decisioni in questa direzione”.