“Non si sta facendo un dibattito serio sulla riorganizzazione dello Stato. Per i cittadini, non c’e’ cosa peggiore di una istituzione che non funziona: percio’, bisogna capire le istituzioni che non funzionano e di conseguenza modificare gli assetti. Ma non e’ questo il ragionamento che si sta facendo sulle Province”. Lo ha dichiarato all’agenzia di stampa AGI il Presidente della Provincia di Pesaro-Urbino Matteo Ricci, che ha aggiunto: “Serviva uno specchietto per le allodole nell’incontro di Arcore tra Bossi e Berlusconi per dire che in qualche modo si toccavano i costi della politica. E quindi sono state sacrificate, almeno a parole, le Province. Non so cosa succederà – ha proseguito Ricci – perchè il percorso della legge costituzionale è lungo e non sappiamo che esiti avrà. Di certo, per il nostro territorio, non avere la provincia significa indebolire una comunità: diventera’ impensabile andare nel capoluogo regionale per qualsiasi cosa. Si parla impropriamente, in questo caso, di costi della politica.”In Europa, in tutti i Paesi c e’ un organismo intermedio di area vasta. Si e’ voluto tamponare la rabbia dei cittadini tagliando qualcosa e si e’ scelto di sacrificare le Province. In Regioni come la nostra, le Province contano molto, mentre nelle aree metropolitane il discorso e’ diverso, ma l’Italia e’ fatta in gran parte come le Marche. La provincia di Pesaro-Urbino – ha detto all’AGI – conta 360 mila abitanti, la città capoluogo 90 mila, Tutti gli altri chi li rappresenta? Ancona e’ lontana per Pesaro, figuriamoci per gli altri comuni. Del resto, tutte le associazioni e le organizzazioni sono configurate su scala provinciale, perche’ e’ questo l’ambito ottimale per la programmazione, la progettazione e la gestione dei servizi. Non si sta facendo un dibattito serio – ha concluso Ricci – e’ il sintomo della crisi della politica italiana. Dopo tanti fallimenti politici e sociali, si pensa che agendo cosi’ ci si salvera’ la faccia. Ma gli italiani non sono sciocchi”.
Redattore: Redazione