È stata approvata questa mattina dal consiglio provinciale la nona variazione al bilancio di previsione, contenente un’importante manovra anti-Covid. L’amministrazione provinciale infatti ha stanziato la prima parte delle risorse ministeriali previste dal decreto legge 34/2020 (convertito con legge 74/2020), vale a dire il “fondo Covid” per far fronte alla possibile perdita di entrate connessa all’emergenza sanitaria. «Si tratta dei primi 2,5 milioni di euro sui 5 in arrivo dallo Stato – commenta il presidente della Provincia, Roberto Padrin -. Risorse destinate per la maggior parte a tamponare situazioni di criticità e che risulteranno fondamentali per tutta una serie di attività, per far fronte alla situazione di crisi creata dal Covid. Ovviamente non sono sufficienti a garantire la copertura di tutte le criticità venute a galla con la pandemia in corso. Per questo a fine anno, nella rendicontazione finale, pensiamo di destinare le ulteriori risorse del fondo assegnato dallo Stato, alla luce del conteggio di minori spese/minori entrate di questo 2020 che definire difficile sarebbe un eufemismo. In ogni caso, abbiamo voluto dare un segnale forte a tutto il territorio, cercando di intervenire laddove possibile, soprattutto nei settori su cui più di altri è facile creare un effetto moltiplicatore. Per questo, grazie al fortissimo impegno dei consiglieri e della struttura di Palazzo Piloni, abbiamo definito due sottomisure imponenti a favore di impianti di risalita e bus operator, attività che hanno risvolti turistici e sociali».
Nella distribuzione delle risorse, 500mila euro della prima tranche andranno come contributo straordinario a Dolomitibus, quale ristoro dei minori ricavi tariffari dovuti al lockdown. «Si tratta di una misura obbligata nei confronti della nostra società di trasporto pubblico, che sta pagando a caro prezzo anche questa seconda ondata, con gli abbonamenti studenti calati del 13% e gli abbonamenti lavoratori addirittura del 33%» spiega il presidente Padrin. Altri 500mila euro finanzieranno un bando per contributi straordinari agli impianti di risalita. «Si tratta in questo caso di una misura che tiene conto di vari criteri e che va incontro a un settore, quello dello sci e dell’indotto che ne deriva, alle prese con la seconda ondata e con la chiusura imposta durante le Festività – rilevano i consiglieri provinciali Danilo De Toni (turismo), Franco De Bon (caccia e pesca) e Massimo Bortoluzzi (impianti a fune) -. Se la provincia di Belluno vuole coltivare la vocazione turistica, non possiamo tirarci indietro. Anche perché impianti chiusi a Natale significa perdere almeno il 50% del fatturato di un’intera stagione».
L’altro capitolo della manovra Covid riguarda l’Ulss, con la destinazione di 300mila euro per il potenziamento e il miglioramento dei servizi di vaccinazione. «Una decisione che abbiamo preso con il direttore generale dell’azienda ospedaliera Rasi Caldogno e con il Dipartimento di Prevenzione – sottolinea il presidente Padrin -. Siccome ci stiamo avvicinando alla campagna di vaccini anti-Covid, andiamo a prepararci nel modo migliore, con strutture adeguate per erogare i vaccini».
Nella nona variazione di bilancio rientrano anche alcune altre mosse derivanti dall’avanzo di amministrazione. Come l’ulteriore finanziamento del piano di manutenzione straordinaria degli istituti scolastici per adeguamenti finalizzati all’emergenza sanitaria (circa 100mila euro). Lo stanziamento delle risorse necessarie a completare la convenzione con Veneto Strade per la manutenzione della viabilità (911mila euro). Il finanziamento della realizzanda sala operativa del Ccs (centro coordinamento soccorsi) all’interno della nuova caserma provinciale dei vigili del fuoco (400mila euro). E la predisposizione di 1,8 milioni di euro per il finanziamento di accordi di programma con gli enti locali per interventi di difesa del suolo.
«In questo caso, confermiamo la modalità operativa varata qualche mese fa – commenta il consigliere provinciale delegato Bortoluzzi -. La Provincia mette le risorse, i Comuni o le Unioni Montane mettono la progettazione degli interventi. Così è possibile velocizzare l’esecuzione degli importanti lavori richiesti in maniera quasi continua dalla fragilità del territorio. Quanto alla sala operativa del Ccs, si tratta di un cofinanziamento per dare seguito a un progetto nato durante i giorni di Vaia che aveva avuto anche importanti donazioni da parte di cittadini e imprese. L’obiettivo è creare una sala adatta alle esigenze del territorio, per far fronte alle emergenze e anche per i grandi eventi che ci apprestiamo a ospitare. L’idea è che possa diventare un progetto pilota da ampliare alle province limitrofe, vista la collaborazione con i vigili del fuoco».
Redattore: Ufficio stampa Provincia Belluno