RIFORME: BRACCIO DI FERRO SULLE CONFERENZE
PROVINCE, IN COSTITUZIONE SOLO CONFERENZA UNIFICATA
Mentre il ministro Calderoli annuncia di avere nel cassetto la soluzione sull’iter legislativo,che anche Regioni e Enti locali, hanno criticato definendolo “complicato e farraginoso”, le autonomie locali, il giorno dopo la Conferenza Unificata straordinaria sulle Riforme, tornano su un punto: il riconoscimento in Costituzione delle Conferenze. Lunedì prossimo il Comitato dei nove, convocato per le 18, dovrà esprimersi sull’insieme delle proposte giunte dalle autonomie locali, ma l’attesa sembra non portare consiglio, Regioni e enti locali restano sulle proprie posizioni, le prime nel chiedere che ad entrare nella Costituzione sia la Stato-regioni, i secondi l’Unificata, della quale fanno parte integrante anche Comuni e Province. Da sottolineare l’intervento di Osvaldo Napoli, vice presidente dell’Anci e vice responsabile Enti Locali di Forza Italia, il quale parla dell’inserimento nella Costituzione della Conferenza Stato-Regioni “federale” proposta ieri dai governatori, come di un “riconoscimento solenne e definitivo del ruolo che, insieme agli enti locali, le Regioni sono chiamate a svolgere nel nuovo assetto costituzionale. “Ma è anche la risposta giusta ed equilibrata – dice Napoli – ai diritti di rappresentanza costituzionale giustamente rivendicati dagli Enti locali ai quali si riconosce, in determinate circostanze, il diritto di partecipazione alla Conferenza Stato-Regioni. E’ l’auspicio più volte formulato dal presidente Ciampi e dal presidente della Camera, Casini: ricordarsi, tutti, che ogni altro centralismo, diverso da quello dello Stato, rischia di rinfocolare rivendicazioni a catena fra gli enti territoriali e le autonomie locali”.
“L’emendamento apportato all’art. 118, comma tre – si legge nel documento della Conferenza delle Regioni, presentato ieri al governo – ha introdotto seppure in forma assai tenue il riconoscimento costituzionale del sistema delle Conferenze interistituzionali, da tempo auspicato dalle regioni. Tale previsione dovrebbe tuttavia essere rimodulata e precisata – dicono i governatori – di modo da consentire che la Conferenza possa effettivamente costituire il centro dei rapporti, di concertazione, di consultazione, di prevenzione e di superamento delle conflittualità, anzitutto sul piano legislativo, tra Stato e Regioni, con la partecipazione dei rappresentanti degli enti locali per le materie di rispettiva competenza”. Le Regioni propongono perciò la previsione di una Conferenza “federale” per i rapporti tra Stato e Regioni, composta da rappresentanti del Governo, dai Presidenti delle Regioni e, per le questioni che coinvolgono le competenze amministrative locali, da Sindaci e Presidenti di Provincia.
Comuni e Province, dal canto loro, ribadiscono invece quanto già affermato nel documento consegnato ieri al governo, firmato Anci, Upi, Uncem: “in ordine alla riformulazione dell’art.118 della Costituzione contenuta negli emendamenti della maggioranza di governo, l’ANCI, l’UPI e l’UNCEM sottolineano apprezzamento per la previsione del riconoscimento costituzionale delle Conferenze, con la richiesta di una correzione che porti al riconoscimento della sola Conferenza unificata, quale sede di rappresentanza e di concertazione fra Stato, Regioni, Province, Città metropolitane, Comuni e Comunità montane“. Per l’Uncem la scelta, condivisa con l’Anci e l’Upi “sottolinea la pari dignità fra tutti i livelli di governo, nonché il riconoscimento di una realtà articolata e complessa come quella italiana”. Secondo l’Uncem “ogni altra soluzione romperebbe il tradizionale modello tripartito costituito da Stato, Regioni e Autonomie locali per dar vita ad una struttura sbilanciata nella quale gli enti locali sono subordinati alle Regioni. Modello che, oltre ad essere antistorico, rappresenterebbe tra l’altro una totale inversione rispetto alle attuali dinamiche che il riassetto costituzionale sta seguendo”.
Per l’Upi “la Conferenza Unificata – ha detto il presidente Lorenzo Ria – deve essere riconosciuta come unica sede di concertazione tra le Autonomie locali e il Governo. Per gli Enti locali, non è accettabile l’ipotesi che ad essere istituzionalizzata sia la sola Conferenza Stato-Regioni. Siamo assolutamente contrari- ha concluso Ria- a questa ipotesi che sarebbe altamente lesiva della dignità e del ruolo istituzionale di Enti che la stessa Costituzione, all’Art.114 ampiamente riconosce”.
(ANSA) – ROMA, 24 SETTEMBRE