“Le nostre preoccupazioni sono state pienamente confermate dal Presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, che oggi a Firenze ha parlato di imprese preoccupate e disorientate da una riforma che costerà in termini di spesa e che non porterà alcuna semplificazione e miglioramento della pubblica Amministrazione. Il Governo e il Senato, che in questi giorni è impegnato nell’esame del Disegno di Legge Delrio, ascoltino questo allarme e modifichino il testo, riducendo il numero delle Città metropolitane e garantendo a queste istituzioni e alle Province funzioni certe e autorevolezza. Continuare a non volere accettare le critiche costruttive che sono state rivolte a questo testo, dipingendole come risposte corporative, non aiuterà il Paese e ci porterà a fare un salto nel buio”. E’ il commento del Presidente dell’Upi Antonio Saitta alle forti critiche espresse oggi dal Presidente di Confindustria Giorgio Squinzi in merito al Disegno di Legge sulle Province e le Città metropolitane.
“Se vogliamo sostenere l’economia e lo sviluppo del Paese – aggiunge Saitta – dobbiamo mettere fine a quel calvario cui costringiamo imprese e cittadini ogni volta che hanno bisogno di un servizio dalla Pubblica amministrazione, con competenze e responsabilità suddivisi tra mille uffici che si sovrappongono e creano solo inutile burocrazia. Bisogna rivedere il quadro delle funzioni, definire con chiarezza i compiti di ognuno, a partire dallo Stato, passando per Regioni, Province e Comuni. Bisogna ripensare tutto l’assetto dei governi, accorpando le Regioni, riducendo il numero delle Province, intervenendo sui Comuni polvere. E portare a termine una seria riorganizzazione dello Stato a livello centrale e periferico, tagliando gli uffici del Governo sui territori e togliendo poltrone inutili nei tanti consigli di amministrazione ai burocrati di Stato. Il Disegno di Legge del Governo, come nota Squinzi, aggiunge solo nuova confusione, spezzetta funzioni fondamentali e li assegna volta per volta a Comuni, che non sono in grado di svolgerle, e a Regioni, che non dovrebbero occuparsene e che farebbero lievitarne i costi. Il Senato – conclude Saitta – ha l’opportunità di porre rimedio a questo pasticcio, che tra l’altro deve essere ben chiaro alla Commissione Affari Costituzionali, visti i quasi 3.000 emendamenti presentati da tutte le forze politiche”.
Redattore: Barbara Perluigi