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Stati generali dei Comuni montani veneti, sul tavolo criticità e proposte

Padrin: «Servizi e personale degli enti locali fondamentali per i nostri territori»

Ambiente e Territorio, Le Province al servizio dei Comuni, News    8/07/2024

«Per dare futuro alla montagna bisogna partire dai servizi e dalla capacità di erogarli. E quindi servono risorse e personale per gli enti locali». Lo ha detto il presidente della Provincia di Belluno, Roberto Padrin, intervenuto oggi a Tonezza del Cimone (Vicenza) in occasione degli Stati generali dei Comuni montani veneti.

Il presidente ha relazionato sulla situazione del Bellunese, all’interno di un panel dedicato al tema delle Unioni Montane. Attenzione quindi al tema dello spopolamento e delle proposte possibili per contrastarlo, attraverso la collaborazione tra enti e il principio di sussidiarietà. 

«La Provincia crede fortemente in questi due pilastri, fondamentali per dare servizi al territorio, tanto che dal 2016 al 2023 ha versato alle Unioni Montane 18,6 milioni di euro derivanti dai fondi del demanio idrico che la legge regionale assegna al Bellunese, per interventi concreti di difesa del suolo e presidio» ha sottolineato il presidente Padrin. «Ma per mettere gli enti locali nelle condizioni di essere operativi al massimo ed erogare servizi a beneficio delle comunità locali servono risorse e dotazione personale. Oggi troppo spesso Comuni e Unioni Montane non hanno neppure dipendenti e funzionari per le funzioni base; purtroppo i concorsi per le posizioni aperte vanno spesso deserti o comunque hanno scarsissima partecipazione. Dobbiamo superare concretamente la fase dell’antipolitica che ha depotenziato le strutture dei nostri enti, con la consapevolezza che la gente resta a vivere in montagna solo se ha servizi efficienti. E che i servizi efficienti sono assicurati da enti forti che sanno dare risposte».

Il presidente ha dedicato un passaggio del suo intervento anche al tema della razionalizzazione dell’architettura delle Um bellunesi. «Credo vadano studiate delle fusioni, per avere meno Um, ma enti più forti e strutturati per mandare avanti le funzioni. Si tratta di un passaggio che dobbiamo governare noi, altrimenti tra qualche anno saremmo costretti a farlo con scelte calate dall’alto».

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