Il testo del disegno di legge costituzionale sulle riforme approvato dalla Camera dei deputati è insoddisfacente. Questo il giudizio ribadito dall’Upi nell’audizione avuta presso la Commissione Affari Costituzionali del Senato. Dal testo – ha sottolineato l’Upi in un documento consegnato ai senatori – sembra emergere la volontà di formalizzare un doppio centralismo, quello dello Stato e quello delle Regioni, nei confronti delle autonomie locali, che stravolge la pari dignità costituzionale tra i soggetti costitutivi della Repubblica. Per quanto attiene la composizione e il ruolo del nuovo Senato, federale – ha ricordato l’Upi – solo di nome, non prevedendo la presenza effettiva di rappresentanti delle autonomie territoriali, resta un organismo che non risolve il problema della partecipazione delle autonomie territoriali all’iter di approvazione nelle principali leggi che le riguardano. Notevole, invece, la complicazione dell’iter di approvazione delle leggi, tale da potere causare ulteriori conflitti istituzionali. L’Upi ha poi voluto ricordare poi come la nuova ripartizione di competenze legislative tra Stato e Regioni e la revisione dell’articolo 118 della Costituzione, anche se recepisce le disposizioni sulla devoluzione, comporta un forte ritorno delle funzioni legislative in capo alla competenza statale. Per compensazione si reintroduce un parallelismo tra funzioni legislative e funzioni amministrative poché si limita l’autonomia locale nell’ambito delle leggi statali e regionali e viene costituzionalizzata la sola conferenza Stato-Regioni. Inaccettabile, prosegue il documento predisposto dall’Associazione, il procedimento di istituzione delle Città metropolitane, come inaccettabile è la modifica dell’articolo 114 della Costituzione che rimette lo status della capitale allo Statuto della Regione Lazio. Infine, l’Upi esprime la propria totale contrarietà al rinvio del processo di attuazione del nuovo Titolo V e, in particolare, delle disposizioni di attuazione dell’art. 119 della Costituzione sul federalismo fiscale. Per contro, positivo è per l’Upi l’accoglimento della proposta di riconoscere a Comuni, Province e Città metropolitane il diritto di accedere alla Corte Costituzionale in caso di lesione delle loro attribuzioni costituzionali per mezzo di leggi statali e regionali.