Nel 60° anno dalla tragedia del Vajont, l’Unione Province del Veneto si è riunita a Longarone, sabato 15 aprile, per una giornata commemorativa alla presenza del ministro per la Protezione Civile, Nello Musumeci, in ricordo delle vittime e come omaggio ai gruppi provinciali di volontari che, sessant’anni fa come oggi, sono in prima linea per intervenire nei luoghi di emergenza. Insieme al ministro Musumeci, il presidente di UPI Veneto e presidente della Provincia di Treviso, Stefano Marcon, con la vice presidente delegata della Provincia di Treviso, Martina Bertelle, il vicepresidente UPI Veneto e presidente della Provincia di Belluno, nonché sindaco di Longarone, Roberto Padrin, che ha curato l’organizzazione della giornata, di concerto con l’assessore regionale delegato alla Protezione Civile, Gianpaolo Bottacin, il direttore generale Upi Veneto, Carlo Rapicavoli, il presidente della Provincia di Vicenza, Andrea Nardin, il vice presidente della Provincia di Padova, Daniele Canella, rappresentati della Regione Veneto, delle Province e dei Comuni limitrofi, oltre alle rappresentanze di tutti i gruppi di volontari delle Province del Veneto. Presente anche l’assessore regionale Cristiano Corazzari, delegato a Territorio, Cultura e Sicurezza, la deputata della Repubblica Marina Marchetto Aliprandi il senatore Luca De Carlo. La visita è stata occasione per condividere con il ministro Musumeci un sintetico documento siglato da UPI Veneto contenente la richiesta di maggiore coinvolgimento delle Province nei tavoli operativi in materia di tutela territoriale, prevenzione dei fenomeni di desertificazione e dissesto, risanamento idrogeologico e messa in sicurezza delle situazioni di rischio, oltre che naturalmente in tema di Protezione Civile.
A dare avvio all’evento commemorativo, alle 9.30, l’incontro delle autorità al Cimitero Monumentale delle vittime del Vajont, dove il ministro e i presidenti sono intervenuti per dedicare un pensiero di cordoglio alle vittime e ai famigliari e ricordare le vicende accadute in quel tragico 9 ottobre 1963, quando una frana precipitata dal Monte Toc sulle acque del bacino provocò un’onda che finì per superare la diga e travolgere i paesi limitrofi, tra cui Longarone, causando la morte di migliaia di persone. A seguire questo primo momento, la visita nell’area della diga con i volontari di Protezione Civile e l’esercitazione in un ponte Bailey appositamente allestito per la giornata. A chiudere la visita, l’inaugurazione della 21^ edizione di “Caccia, pesca, natura” a Longarone Fiere Dolomiti.
«Essere accanto a voi è un grande privilegio per me – le parole del ministro per la Protezione Civile Nello Musumeci – È tornato il Ministero della Protezione Civile dopo 20 anni: questo non vuole aggiungere nulla alla qualità del nostro sistema, vuole semmai fungere da coordinamento per le cose che ancora servono, per le modifiche normative da portare avanti per costruire una cultura della prevenzione strutturale e far sapere ai cittadini le informazioni base sulla vulnerabilità del territorio. Anche il cittadino diventa parte importante del sistema di Protezione Civile in caso di emergenza. E vi riporto il legittimo orgoglio per il fatto che siamo invidiati da tanti Paesi per la forza della nostra Protezione Civile. Stamane al Vajont ho rivissuto la spinta emotiva che nel 1963 arrivò anche a noi, in Sicilia: fu una tragedia che colpì l’Italia intera. Al cimitero monumentale ho letto i nomi e l’età delle vittime e mi è tornata in mente l’emozione di quel giorno del ’63, quando avevo 8 anni. Oggi la necessità di prevenzione è irrinunciabile, come è irrinunciabile la formazione e l’aggiornamento costante dei volontari. In Veneto avete una grande Protezione Civile, anche grazie al ruolo vigile delle Province, che tengono alta l’attenzione a tutti i livelli. In alcune regioni ci sono ancora debolezze di uomini e mezzi, e lo Stato non si gira dall’altra parte. Il diritto alla sicurezza è diritto alla vita e non si discute».
“Sono trascorsi 60 anni da quel drammatico giorno che, purtroppo, sconvolse il nostro territorio e le nostre comunità – sottolinea il presidente di UPI Veneto, Stefano Marcon – oggi ci siamo uniti nella memoria delle vittime, ma anche per ricordare il ruolo chiave dei volontari di Protezione Civile che, da sempre, con coraggio e lucidità sono pronti a dare il loro sostegno e a intervenire nei luoghi colpiti da emergenze e avversità. Voglio ringraziare il ministro Nello Musumeci per l’attenzione, la premura e l’interesse riservati nel ripercorrere insieme quei dolorosi avvenimenti e per la cura e l’impegno nel coordinamento di un risorsa strategica e fondamentale del nostro Paese, quale è la Protezione Civile: proprio per questo, abbiamo condiviso come UPI Veneto con il ministro una riflessione sulla necessità di ridefinire insieme il quadro ordinamentale definito con il decreto 1/2018, che ha di fatto esautorato gli Enti Provincia dalla pianificazione in materia di Protezione Civile a livello territoriale, i quali però rappresentano un interlocutore fondamentale non solo per l’autorità in materia di viabilità provinciale, ma anche per il cospicuo patrimonio informativo raccolto e consolidato con la lunga esperienza passata. Noi siamo pronti a lavorare in sinergia con il Governo per rivedere e reinquadrare il ruolo delle Province, dunque, anche in tema di Protezione Civile, così da rendere ancora più efficiente le attività di tutela e protezione di tutto il territorio”.
“L’evento commemorativo di oggi è stato un momento di ricordo, ma anche di riconoscimento del grande impegno che i volontari profondono per il territorio – afferma il vicepresidente UPI Veneto, Roberto Padrin – Ringrazio il ministro Musumeci – e la collaborazione dell’assessore regionale Gianpaolo Bottacin – per la disponibilità a partecipare a questa mattinata che per noi è molto significativa. Il sistema di Protezione Civile è fondamentale per l’intero Paese, ma lo è ancora di più in una provincia interamente montana, che deve fare i conti con le fragilità del territorio”.
Redattore: Ufficio stampa UPI VENETO