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Ucchielli: “Istituire il Ministero delle politiche giovanili”

Si è insediato oggi in Upi il Coordinamento nazionale degli Assessori Provinciali alle Politiche giovanili, con l’obiettivo di create una rete di amministratori capace di metter in campo progetti innovativi e proposte unitarie, da sottoporre all’attenzione del Governo per determinare politiche efficienti e realmente rispondenti alle tante esigenze del mondo giovanile.

“I giovani sono una risorsa – ha detto il Presidente della Provincia di Pesaro e Urbino Palmiro Ucchielli, responsabile per l’Upi del coordinamento – su cui le istituzioni hanno il dovere di investire.

Lavoro, formazione scuola, sono solo alcuni aspetti e criticità su cui dobbiamo trovare risposte immediate. Problematiche assolutamente trasversali, che hanno bisogno di un luogo unitario di risposta: per questo chiederemo alle coalizioni che parteciperanno alla prossima competizione elettorale, di inserire nel loro programma di governo l’istituzione di un Ministero per le politiche giovanili, così come previsto in tanti altri Paesi Europei. Un Ministero che, insieme alle Regioni, alle Province e ai Comuni, possa dare voce a questa risorsa straordinaria che sono le ragazze e i ragazzi del nostro paese, una opportunità per l’Italia e per l’Europa”.

Rossi:“Noi non siamo mai stati convocati”

“Apprendiamo dalla stampa che sulla delega ambientale il Ministro Matteoli avrebbe avuto in queste settimane numerosi incontri con le categorie produttive e i sindacati: voglio ribadire che nonostante le nostre continue richieste, le Province non sono invece mai state contattate”.
A sottolinearlo è Massimo Rossi, Responsabile ambiente per l’Upi e Presidente della Provincia di Ascoli Piceno, che ricorda come l’Ufficio di presidenza dell’Upi, appena qualche giorno fa, abbia approvato all’unanimità un ordine del giorno per chiedere al Ministro dell’Ambiente il rispetto degli accordi del 2001, che prevedevano “di operare pariteticamente nell’elaborazione legislativa ai fini di conseguire gli obiettivi condivisi” e “garantire una interlocuzione sistematica con le Regioni e gli Enti locali nella fase preliminare ed in quelle successive sui singoli temi dell’elaborazione dei decreti legislativi”.
“Torniamo a ribadire al Ministro – conclude il Presidente Rossi –  che non è possibile dare corso ad una riforma di questa portata, senza coinvolgere gli attori protagonisti, che sono proprio le Province e le altre istituzioni locali. Speriamo che tra i tanti appuntamenti di questi giorni, si riesca a trovare spazio anche per ascoltare le nostre proposte e migliorare il testo prima della sua approvazione”.

 

Scheggi, URP Toscana:“Confermate le obiezioni avanzate dall’UPI

 Il presidente dell’Unione regionale delle province toscane (URPT), Lio Scheggi, commenta la sentenza della Corte costituzionale che ha dichiarato l’illegittimità del Decreto legge sul contenimento della spesa pubblica, approvato con voto di fiducia il 22 e 29 luglio 2004, nella parte in cui fissava per Regioni ed Enti locali tagli alle spese per consulenze esterne, spese di missione all’estero, rappresentanza, relazioni pubbliche e convegni e spese per l’acquisto di beni e servizi. Secondo la Consulta si tratta di vincoli che “non costituiscono principi fondamentali di coordinamento della finanza pubblica, ma competono una inammissibile ingerenza nell’autonomia degli enti quanto alla gestione della spesa“.
 
“La pronuncia della Consulta – sottolinea Scheggi, presidente dell’URPT – dà valore alla obiezioni di merito che il sistema degli Enti locali ha sempre avanzato rispetto agli atti governativi che ne vincolavano l’operatività, limitandone l’autonomia decisionale senza peraltro concorrere al contenimento della spesa pubblica.

Questa pronuncia, d’altra parte, al di là del fatto che legittima autorevolmente le riserve avanzate dall’UPI, riapre anche la partita su molte delle misure contestate della Finanziaria 2006. Mi auguro, pertanto, che il Parlamento sappia correggere le storture della Legge di bilanicio, tenendo conto dei rilievi della Corte”.

Marziano, Siracusa:”Il Governo ridiscuta con le Autonomie la Finanziaria e i tagli”

“Ora che la  Corte Costituzionale , con sua sentenza, ha sancito che il governo nella Finanziaria, non può dire  su cosa gli Enti locali devono tagliare  nelle spese, è bene  che  il Governo faccia un passo indietro e ridiscuta la manovra con Regioni, Province e Comuni”.
E’ quanto dichiara il Presidente della Provincia di Siracusa Bruno Marziano  , anche nella sua qualità di vice presidente nazionale delle Province Italiane ( UPI) ,   alla luce della sentenza della Corte  che boccia la manovra  finanziaria del governo 2004. “Dobbiamo evitare l’errore lo stesso errore per la Finanziaria  2005  che metterà   gli enti locali in grossissime difficoltà di bilancio”, aggiunge Marziano “Ancora un esempio degli errori del  Governo che  da un lato rischia di spaccare l’Italia con il federalismo non solidale, dall’altro si fa  condannare per eccesso di centralismo. Un altro esempio della finanziaria creativa del Ministro Tremonti  che viene sanzionato  dalla Corte Costituzionale. Viene bocciata una  manovra che non solo devasta i bilanci ma entra nel merito delle scelte che  sono di competenza di  regioni, province e comuni , facendo emergere   sempre di più il taglio politico di una manovra finanziaria , sia quella del 2004 che quella del 2005 in discussione, che scaricano  su Regioni ed Enti locali,   la grande maggioranza  governati dal centrosinistra, il peso delle scelte  finanziare del Governo Nazionale. Come tutti possono constatare  con i propri occhi, tranne il coordinatore di Siracusa di Forza Italia che continua a negare l’evidenza,  il fondo nazionale  delle politiche sociali del 2005  è stato tagliato del 50 per cento, da  un miliardo di euro a 500 milioni di euro, con una perdita secca per la Sicilia di oltre 48 milioni di euro, che incidono pesantemente anche sui bilanci di comuni e province  guidati dalla coalizione dei centrodestra .
Ma la sentenza  della Corte Costituzionale non può restare  senza  conseguenze , il governo riapra il confronto con gli  enti locali, si trovino le soluzioni per evitare   gli ulteriori tagli previsti  del 6,7 per cento in media, e che   per alcuni settori  determinano  decurtazioni  di spesa del 50 per cento. Tagli che  possano portare gli enti locali tutti, a prescindere dalla loro  guida politica, alla paralisi operativa”

Melilli:”Illegittime le norme sugli Enti locali della Finanziaria 2006″

“La sentenza della Corte  impone modifiche  anche per il  2006. Invano abbiamo, più volte, ribadito al Governo che con  questo assetto federalista da Roma non si può stabilire la qualità della spesa degli Enti locali”. Lo afferma Fabio Melilli presidente dell’Unione delle Province d’Italia di fronte alla sentenza 417 della Corte Costituzionale che ha stabilito illegittimi  i tagli alla spesa degli Enti  previsti dal Dl  168 del 2004.

“La sentenza della Corte – dice ancora Melilli – impone  modifiche  strutturali alle norme della Finanziaria 2006 che disciplinano puntualmente i tagli  alle singole voci di spesa degli Enti locali con norme che non tengono conto della diversità degli Enti  e della loro virtuosità”.
 
“ E’ palese- conclude Melilli- di fronte alla sentenza della Corte Costituzionale la scelta  ancora una volta centralista della finanziaria attuale  che viola il principio di autonomia di Enti locali e Regioni  costituzionalmente garantito contraddicendo palesemente l’assetto federalista  della Repubblica”.     

 

Il parere di Andrea De Maria, responsabile UPI per la finanza locale

La  sentenza  n. 417 della Corte Costituzionale che dichiara illegittimo il decreto  del  Governo  di luglio 2004, cosiddetto “taglia spese”, in quanto “inammissibile  ingerenza nella gestione della spesa degli Enti”,  conferma le critiche allora espresse dal sistema delle Autonomie locali. Si  apre  a  questo  punto  un  tema  rilevantissimo che riguarda la Legge finanziaria  2006, che si caratterizza per la medesima filosofia di tagli e tetti  alla  spesa, decisi centralmente  senza tenere conto degli equilibri fra istituzioni, definiti nel vigente titolo V della Costituzione. L’Unione   Province   d’Italia  ha  da  tempo  proposto  un  meccanismo  di partecipazione  agli  obiettivi  del patto di stabilità da parte di Comuni, Province  e  Regioni  basato  sul  meccanismo dei saldi, che riconoscerebbe
l’autonomia degli Enti locali, pur nella condivisione di obiettivi generali di risanamento della finanza pubblica. È  ora  più  che mai urgente che si svolga l’incontro fra Governo, Regioni, Autonomie  locali,  sulla finanziaria 2006, che le Regioni, l’Anci, l’Upi e
l’Uncem richiedono da tempo, senza aver ricevuto ancora risposte concrete.                                                        

Melilli “Questa politica mina la coesione sociale”

“Dobbiamo avere la forza di dire tutti insieme che questa è una politica che non paga, che mina la coesione sociale indebolisce il Paese”. Lo ha detto il Presidente dell’Upi, Fabio Melilli, nel suo intervento alla manifestazione che ha visto uniti sindacati confederali e associazioni delle autonomie, contro il taglio al fondo sociale previsto dalla finanziaria 2006. “Siamo costretti ad alzare il tono della protesta – ha proseguito – sperando che in questi ultimi pochi giorni a disposizone nel Governo si accenda un barlume di saggezza e si decida di restituire i fondi che erano stati destinati al sociale, e che sono già stati spesi”.

“Fino all’ottobre scorso c’era stato detto dal Governo che eravamo allarmisti – ha aggiunto Melilli – un sottosegretario ci disse che il Fondo sociale era addirittura aumentato del 32%. Nell’ultimo incontro a Palazzo Chigi  il Presidente del Consiglio si era preso un impegno personale a cercare di risolvere la questione e a richiamarci quanto prima. Ad oggi ancora non è successo: si possono prendere impegni e poi sparire nel nulla? “

Rossi: “Lo schema del Governo non considera i territori”

Nella attuazione della delega per il riordino della materia ambientale il Governo ha completamente disatteso l’accordo sottoscritto nell’ottobre 2001 dal Ministro Altero Matteoli con i presidenti di Regioni, Anci e UPI in cui si concordava di “operare pariteticamente nell’elaborazione legislativa ai fini di conseguire gli obiettivi condivisi” e “garantire una interlocuzione sistematica con le regioni e gli enti locali nella fase preliminare ed in quelle successive sui singoli temi dell’elaborazione dei decreti legislativi”. Tanto che i contenuti dello schema di decreto legislativo, in particolare per quanto riguarda le materie dei rifiuti, dell’acqua e della difesa del suolo, non tengono affatto in considerazione il sistema dei territori.

La denuncia viene dall’Ufficio di Presidenza dell’Upi, che ha votato ieri un ordine del giorno nel quale si chiede il rispetto dell’accordo e quindi la costituzione di un tavolo paritetico, un luogo di concertazione che permetta una corretta attuazione della legge delega nelle tematiche ambientali, senza compromettere la funzionalità dei sistemi locali attivi sul territorio, che su queste competenze hanno molto investito.

Dal 2000 al 2004, infatti i bilanci delle Province mostrano un aumento degli investimenti per le funzioni ambientali del 238,3%, passando dai 133.257.347 euro destinati nel 2000 ai 450.869.176 del 2004.

“I dati dimostrano che il ruolo delle Province si è rilevato in questi anni virtuoso e  insostituibile, nel lavoro di salvaguardai e valorizzazione del territorio”, sottolinea Massimo Rossi, responsabile Upi per l’Ambiente e Presidente della Provincia di Ascoli Piceno. “Non si possono riscrivere le norme senza tenere conto dei risultati raggiunti, e senza coinvolgere chi dovrà avere poi un ruolo primario – prosegue  Rossi – L’atteggiamento adottato nella definizione dello schema e lo stesso contenuto del testo, va invece contro quel principio di sussidiarietà che è sancito dalla nostra Costituzione. Ci aspettiamo che il Ministro Matteoli ci convochi quanto prima – conclude Rossi – così da potere dare il nostro contributo costruttivo alla definizione di una norma così importante per il Paese”.



 

Documenti allegati:

10 NOVEMBRE, ORE 10,00 Palazzo dei Congressi – Aula Magna – Via Dell’Arte – Roma EUR

Una iniziativa unitaria del sistema delle Regioni e delle Autonomie locali per sbloccare una impasse che sta impedendo il corretto dialogo istituzionale sui temi finanziari legati al taglio del Fondo sociale.
E’ questo il senso della manifestazione che la Conferenza delle Regioni, l’ANCI (Associazione Nazionale Comuni d’Italia), l’UPI (Unione Province d’Italia) e l’UNCEM (Unione Nazionale Comuni e Comunità montane) hanno promosso ed organizzato per il prossimo 10 novembre a Roma (Palazzo dei Congressi – Aula Magna – Via Dell’Arte – Roma EUR)
La manifestazione rappresenta il seguito della iniziativa dello scorso 26 ottobre in cui furono denunciati gli effetti del taglio del Fondo sociale che risulta essere di 500 milioni di Euro  (50%)  per l’anno 2005.
Le Regioni e le Autonomie locali sono ancora in attesa di sapere come il Fondo sarà reintegrato nella consapevolezza che in mancanza saranno a forte rischio i servizi per cittadini e imprese.
Il Presidente della Conferenza delle Regioni, Vasco Errani, il Presidente dell’ANCI, Leonardo Domenici, il Presidente dell’UPI, Fabio Melilli, il Presidente dell’UNCEM, Enrico Borghi hanno voluto organizzare una “manifestazione aperta” al contributo della società civile. L’invito è rivolto in maniera particolare alle Associazioni rappresentative delle imprese e del mondo del lavoro, ai Sindacati, alle Organizzazioni del Terzo settore, alle Associazioni che insieme alle Istituzioni regionali e locali intendono condividere un’azione per il reintegro del Fondo sociale e per la salvaguardia delle risorse che le Autonomie locali destinano a servizi pubblici fondamentali.

 

10 NOVEMBRE: “MANIFESTAZIONE APERTA” DI REGIONI ED AUTONOMIE LOCALI

Una iniziativa unitaria del sistema delle Regioni e delle Autonomie locali per sbloccare una impasse che sta impedendo il corretto dialogo istituzionale sui temi finanziari legati al taglio del Fondo sociale.

E’ questo il senso della manifestazione che la Conferenza delle Regioni, l’ANCI (Associazione Nazionale Comuni d’Italia), l’UPI (Unione Province d’Italia) e l’UNCEM (Unione Nazionale Comuni e Comunità montane) hanno promosso ed organizzato per il prossimo 10 novembre a Roma (ore 10.00, Complesso dell’Angelicum, Largo Angelicum, 1).

La manifestazione rappresenta il seguito della iniziativa dello scorso 26 ottobre in cui furono denunciati gli effetti del taglio del Fondo sociale che risulta essere di 500 milioni di Euro  (50%)  per l’anno 2005.

Le Regioni e le Autonomie locali sono ancora in attesa di sapere come il Fondo sarà reintegrato nella consapevolezza che in mancanza saranno a forte rischio i servizi per cittadini e imprese.

Il Presidente della Conferenza delle Regioni, Vasco Errani, il Presidente dell’ANCI, Leonardo Domenici, il Presidente dell’UPI, Fabio Melilli, il Presidente dell’UNCEM, Enrico Borghi hanno voluto organizzare una “manifestazione aperta” al contributo della società civile.

L’invito è rivolto in maniera particolare alle Associazioni rappresentative delle imprese e del mondo del lavoro, ai Sindacati, alle Organizzazioni del Terzo settore, alle Associazioni che insieme alle Istituzioni regionali e locali intendono condividere un’azione per il reintegro del Fondo sociale e per la salvaguardia delle risorse che le Autonomie locali destinano a servizi pubblici fondamentali.

 

 

Mori: “In Italia c’è una democrazia incompleta”

“La vera forza della Consulta delle pari opportunità dell’UPI è di essere riuscita a crescere al di fuori degli schemi della politica. Questo ha permesso di riuscire a creare un momento di reale confronto e progettualità”.
Lo ha detto il presidente dell’Upi Fabio Melilli aprendo a Bologna i lavori della Prima Assemblea nazionale delle donne elette e delle amministratici delle province.
In una sala gremita nella quale hanno dominato i toni dell’arancio, colore adottato come simbolo dalla consulta dell’Upi perché espressione di speranza, le donne consigliere, presidenti e assessori delle province, hanno ribadito le loro priorità. “Combattere contro la scarsa presenza delle donne in politica – ha detto Mara Mori presidente della Consulta dell’Upi e consigliera della provincia di Mantova – e risolvere il grave poblema di democrazia incompleta che caratterizza l’Italia”.
La Mori ha sottolineato le cifre di questo deficit “8 donne presidenti di provincia contro 96 uomini; 11 donne presidenti di consiglio contro 93 uomini; 162 donne assessori provinciali e 816 uomini; 307 donne consiglieri provinciali contro 2721 uomini. Donne  che credono che la partecipazione politica istituzionale sia anche partecipazione civile”.
I lavori dell’Assemblea proseguiranno fino a sabato in un calendario fitto di incontri nei quali si parlerà di conciliazione dei tempi di lavoro e di cura, di stereotipi femminili nella comunicazione, di discriminazioni sul lavoro, di cultura e storia al femminile, e naturalmente degli squilibri di rappresentanza nei luoghi della politica.
“Vogliamo creare – ha annunciato la Presidente della Consulta dell’Upi Mara Mori – una vera ed efficace rete delle elette nelle amministrazioni pubbliche per dare sostegno e forza alle donne affinchè possano realizzare progetti ed azioni positive capaci di promuovere una reale uguaglianza”.

Villani, Upi “Le Province non saranno il ‘convitato di pietra’”

“La presenza delle Province all’interno del Comitato Nazionale per il Turismo rappresenta una grande opportunità e un motivo di arricchimento politico e strategico dell’organismo stesso. Intendiamo partecipare ai lavori di questo Comitato con spirito costruttivo, per portare il nostro contributo alla crescita e allo sviluppo di questo settore, determinante per la ripresa del Paese. Quello che di certo non saremo è il ‘convitato di pietra’ del Comitato”.
Lo ha detto il Presidente della Provincia di Salerno e Responsabile turismo per l’Upi, Angelo Villani, componente in rappresentanza delle Province nel Comitato Nazionale per il Turismo.
“Siamo convinti – ha aggiunto Villani – che non sia possibile immaginare una efficace politica del turismo, senza che questa sia fortemente legata alla programmazione dello sviluppo locale. Dopo questo primo segnale di apertura mostrato dal Governo, con l’inserimento delle Autonomie nel Comitato – ha concluso il Presidente – ci aspettiamo che il Ministro Scajola si mostri ancora una volta lungimirante, consentendo alle Province di avere il posto che loro spetta per il ruolo svolto e per l’impegno dimostrato nel rilancio del settore, nella nuova Agenzia Nazionale per il Turismo e nell’Osservatorio Nazionale per il turismo”.

 

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